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Celestino V: memoria, attualità, profezia. E' il tema del primo appuntamento con le Quaestiones Quodlibetales
Data: 30/10/2009
Torna l’appuntamento con le Quaestiones quodlibetales 2009 – 2010, gli incontri che, ispirandosi alle dispute universitarie medioevali in cui venivano affrontati i più diversi argomenti fra Magister e allievi, vedono impegnati Mons. Bruno Forte, Arcivescovo della Diocesi di Chieti – Vasto e il Rettore dell’Università G. d’Annunzio, Franco Cuccurullo, in un confronto con personaggi di primissimo piano del mondo culturale, economico e scientifico nazionale ed europeo.
Martedì 27 ottobre, presso l’Auditorium del Rettorato, il tema trattato è stato “Celestino V: memoria, attualità, profezia”. Ospite e relatore, il professor Luigi Pellegrini, noto medievalista. La scelta di parlare di Celestino V è dovuta anche alla presenza delle sue spoglie, per tutto il mese di ottobre, presso la Cattedrale di San Giustino, a Chieti. Breve biografia su Papa Celestino V Pietro Angeleri, in seguito chiamato fra' Pietro da Morrone, poi divenuto papa col nome di Celestino V e infine canonizzato come San Pietro Celestino, nacque ad Isernia nel 1215 da Angelo Angelerio e Maria Leone, contadini poveri, onesti e profondamente religiosi. Penultimo nato di 12 fratelli, dopo la morte prematura del padre, si dedicò fin da ragazzo al lavoro dei campi. Pur non essendo nato a Sulmona, la sua storia si intrecciò fortemente con questa città. Nel 1231 decise di vestire l'abito benedettino ma a 20 anni, insoddisfatto della vita spirituale dell'ordine, si ritirò da eremita in una grotta nelle vicinanze del fiume Aventino, nei pressi di Palena. Nel 1238 andò a Roma dove fu ordinato sacerdote nel 1241. Celebrò la prima messa nella chiesa di San Pietro in Montorio e tornò in Abruzzo, stabilendosi alle falde del monte Morrone, prendendo come modello di vita S. Giovanni Battista. Nel 1259 fra' Pietro da Morrone ottene i finanziamenti per costruire l'Abbazia morronese che sorse attorno all'antica chiesetta di S. Maria del Morrone, poi detta di Santo Spirito. Poi verso il 1265 fra' Pietro fece costruire l'Eremo di Sant'Onofrio (patrono degli eremiti), dove si ritirò in preghiera ed eremitaggio solitario. Qui nel luglio del 1294 fu informato dell'avvenuta elezione a Pontefice. La decisione venne presa nel Conclave di Perugia il 5 luglio del 1294. La cerimonia di incoronazione avvenne il 29 agosto nella basilica di S. Maria di Collemaggio a L'Aquila, sede ancora oggi della "Perdonanza Celestiniana", che egli stesso aveva fatto costruire qualche anno prima. Il fatto rimasto alla storia non è tanto la sua elezione quanto la celebre rinuncia al papato avvenuta dopo soli cinque mesi e precisamente il 13 dicembre 1294. Sull'elezione e sui retroscena della vicenda, che è il cuore della vicenda religiosa e umana di fra' Pietro, sono state scritte numerose pagine di storia e riflessioni che riportano inevitabilmente il dibattito sul famoso personaggio dantesco "che fece per viltà il gran rifiuto". Il suo successore, Bonifacio VIII, protagonista di numerose e poco nobili vicende, arrivò ad imprigionarlo nella rocca di Fumone (Frosinone) dove morì solo e dimenticato il 19 maggio del 1296. La fama di Celestino, tuttavia, non morì e nel maggio del 1313, fra' Pietro venne elevato agli onori degli altari col nome di San Pietro del Morrone, con solenne cerimonia nella cattedrale di Avignone e alla presenza di Clemente V. Il festeggiamento avviene il 12 giugno, ma i pellegrini si recano negli eremi della regione anche il 19 maggio, giorno della sua morte. L'ordine dei Celestini fu istituito nel 1274 da Gregorio X (prima quindi della sua elezione) e arrivò a contare 96 monasteri italiani e 21 francesi. L'ordine scomparve in Francia nel 1789 e in Italia nel 1807. Esistono in Abruzzo altre testimonianze della presenza di Celestino: la chiesetta della Croce in località Cerreto, il monastero di Santo Spirito a Majella (Roccamorice - PE), che fece ricostruire dopo un lungo periodo di abbandono, San Giovanni dell'Orfento, in cui visse per nove anni dal 1284 al 1293, S. Croce al Morrone (Sulmona), secondo romitorio fatto costruire dopo quello di S. Maria Morronese e infine sempre nella stessa zona S. Maria de Criptis (delle grotte), nominata anche in un documento del '500 e vicina alla grotta abitata da Celestino. La vicenda della sua elezione ha ispirato l'opera di Ignazio Siloneio Silo. |
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